Un tesoro architettonico nel un verde incontaminato dell’Alto Lazio dell’Umbria e della Toscana
Torre Alfina è una frazione del comune di Acquapendente, in provincia di Viterbo. Situata al margine settentrionale dell’altopiano dell’Alfina, 600 m s.l.m., è incastonata tra le meravigliose colline del Lazio della toscana e dell’Umbria ed è inserita tra I borghi più belli d’Italia. Confina con la Riserva naturale Monte Rufeno e con il bosco monumentale del Sasseto, al quale si accede dai giardini pubblici del borgo.
Tutto è nato da una torre, dalla simbologia così potente da essere associata alle streghe (torre delle streghe, do se va se vede: dove vai la vedi). Torre poi diventata castello che domina un borgo sprofondato nel verde dell’Alto Lazio dell’Umbria e della Toscana, con una vista mozzafiato sul Monte Amiata. Un borgo racchiuso nelle nicchie delle cose familiari, arroccato a semicerchio con più file di case intorno al suo castello circondato da un meraviglioso bosco. “Se la terra, oggi, offre immagini confuse, chiara è la volontà del marchese che qui si è fatto seppellire nel suo artistico mausoleo. Tutto ritorna alla terra: almeno siano belle le architetture che l’uomo vi costruisce sopra”. ( da i tra I borghi più belli d’Italia.)
La storia
La storia di Torre Alfina è tutt’una con quella del suo castello. Il borgo nasce infatti nell’alto medioevo attorno a una torre d’avvistamento già esistente sul punto più elevato dell’altopiano dell’Alfina. Non si hanno notizie certe che l’area fosse abitata in epoca etrusca e nemmeno in quella romana, anche se la vicinanza con l’insediamento etrusco di Velzna e il fatto che l’altopiano fosse attraversato dalla via Traiana lo lascia supporre. Documenti certi fanno risalire l’attuale pianta del Borgo all’VIII sec., secondo i Comentari Historici di Monaldo Monaldeschi, sarebbe stato Desiderio, ultimo re dei longobardi, a costruire la torre centrale, detta del cassero, intorno alla quale è sorto il borgo; gente dei luoghi vicini avrebbe cercato riparo intorno a questa torre fatta in fortezza.
809, intorno a quest’anno si sarebbe stabilito a Orvieto uno dei fratelli di Carlo Magno scesi in Italia, dando origine alla famiglia Monaldeschi; questa prese il controllo di molti castelli della zona estendendo il suo potere anche su Torre Alfina, almeno fino al 1314, anno in cui la famiglia rivale dei Filippeschi, di parte ghibellina, li costrinse ad abbandonare il territorio; nel 1316 i Monaldeschi ritornano al potere.
1527, durante il sacco di Roma il napoletano Fabrizio Maramao espugna il castello per saccheggiarlo, ma non riesce a conquistare il cassero, difeso strenuamente dalla gente di Trevinano, schierata con la popolazione di Torre Alfina.
1553, il castello con i suoi possedimenti passa in eredità a Francesco Sforza della Cervara, capitano di cavalleria per molto tempo al soldo dei Farnese, al quale si deve la trasformazione del vecchio maniero in ricca abitazione rinascimentale; estinta la casata dei Monaldeschi, il castello nella seconda metà del XVII sec. è trasmesso in eredità ai marchesi Bourbon del Monte, con i quali comincia il declino.
1867, il generale Giovanni Acerbi, luogotenente di Garibaldi, sceglie il castello come quartier generale ai confini dello Stato Pontificio per la sua posizione geografica tale da scoraggiare gli attacchi.
1880, il castello è acquistato, insieme alla tenuta di circa 30 km di circonferenza, da Edoardo Cahen, che per questo prende il titolo di marchese di torre Alfina; è lui ad iniziare l’opera di restauro e ristrutturazione del castello, che sarà completata dal figlio Teofilo Rodolfo secondo lo stile neogotico allora di moda.
Fonte: I borghi più belli d’Italia.
Un viaggio
nel medioevo.
Le meraviglie
del Bosco
del Sasseto:
II FAI lo colloca tra le attrazioni da visitare dicendo: “L’eccezionalità di questo bosco monumentale è legata alla compresenza di alberi secolari, che in alcuni esemplari superano i 25 metri di altezza e diametro di oltre 1 metro. Come bosco mesofilo, costituisce un raro gioiello di biodiversità forestale di grande effetto naturalistico. Il Sasseto si trova all’interno del grande parco che circonda il castello di Torre Alfina e custodisce il Mausoleo neo-gotico di Edoardo Cahen, antico proprietario della storica
dimora.
Questo straordinario Bosco serba in sé uno spaccato storico di secoli di vita del borgo e del suo ambiente, con numerose testimonianze dei diversi passaggi storici delle popolazioni che lo hanno vissuto.